L’olivo gradisce un clima ben preciso, ama le estati secche ma temperate, gli inverni umidi ma non troppo rigidi; non gli fanno bene né il troppo caldo né il troppo freddo, ma neanche le eterne primavere, perché l’inverno è essenziale per il suo ciclo biologico. Il nemico peggiore sono gli improvvisi sbalzi di temperature. Le gelate primaverili, ad esempio, tolgono vigore ai nuovi germogli e possono compromettere la fruttificazione e la produttività. Nelle zone più calde l’olivo può vegetare senza sosta, crescendo in modo imponente, però a volte ai danni della fruttificazione. Ma la sua capacità di adattamento è notevole perché di fronte a lunghi periodi di siccità rallenta, o sospende addirittura, l’attività vegetativa. In gravi condizioni di siccità, invece, è necessario l’intervento dell’uomo con impianti di irrigazione a goccia o a sorso. Le piogge, invece, sono importanti in relazione ai periodi in cui si verificano e alla capacità del terreno di trattenere e immagazzinare l’acqua. In Sardegna le precipitazioni sono prevalentemente concentrate nel periodo invernale – primaverile e, per quanto in alcuni anni scarse, possono bastare all’olivo se il terreno viene lavorato e consente all’acqua di restare vicino alle radici. Dannose sono le forti precipitazioni in tarda primavera, in piena fioritura, perché possono danneggiare l’allegagione, ovvero il passaggio da fiore a frutto, e limitare la produzione. L’olivo predilige terreni calcarei, permeabili e ben areati, ma ha una grande capacità di adattamento anche a terreni poveri. L’unica condizione sfavorevole è il ristagno dell’umidità, pertanto i terreni pesanti, ricchi di argilla, devono essere ben drenati e arieggiati.